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Bankitalia: dal governo misure utili per il fabbisogno di liquidità ma il debito aumenta i rischi di default

16 Novembre 2020AndreaSenza categoria

Se le misure di emergenza messe in campo dal governo fino ad agosto hanno garantito alle imprese la liquidità che sarebbe scomparsa a causa dei flussi di cassa e dei profitti cancellati dall’epidemia, il problema più grande è rappresentato ora dal maggiore indebitamento, in particolare per le imprese più rischiose, che aumenta i rischi di insolvenza.

Lo scrive Bankitalia in uno studio dal titolo ‘Gli effetti della pandemia sul fabbisogno di liquidita’, sul bilancio e sulla rischiosita’ delle imprese’. Le principali misure adottate con i DD.LL. ‘Cura Italia’, ‘Liquidita”, ‘Rilancio’ e ‘Agosto’ avrebbero ridotto il numero di imprese in crisi a 88.000, il 12% del totale, e la carenza di patrimonializzazione a 27 miliardi.

Il decreto ‘Rilancio’ risulta particolarmente efficace nel ridurre il numero di imprese in crisi, grazie al contributo a fondo perduto e all’estensione della Cig. Si noti inoltre, prosegue Bankitalia, che anche in assenza della pandemia 70.000 imprese (9,6% del totale) si sarebbero trovate in crisi entro il 2020, con un deficit di patrimonio di 23 miliardi.

Grazie ai tamponi governativi circa un terzo delle imprese (42mila su 142mila) potrebbero invece soddisfare il proprio fabbisogno di liquidità, mentre quello delle rimanenti 100.000 si ridurrebbe a circa 33 miliardi. Considerando anche i crediti ottenuti con le garanzie pubbliche o tramite la Sace, salgono a 55mila le aziende con liquidità assicurata, e il fabbisogno residuo scenderebbe a 28 miliardi, per 45mila aziende che occupano circa un milione di addetti.

Le misure avrebbero inoltre ridotto il numero di imprese potenzialmente sottocapitalizzate a circa 88.000, contro le 100.684 che si sarebbero trovate con un patrimonio a rischio per via della crisi Covid-19. La carenza di patrimonializzazione è quantificata in 27 miliardi. L’analisi è stata realizzata partendo dai bilanci 2018 ed esclude la più vasta platea delle imprese minori.

La lettura congiunta di questi valori indica che le misure adottate si sono concentrate sulle imprese più colpite dalla pandemia, le quali però avevano nel complesso necessità patrimoniali minori rispetto alle imprese che si sarebbero trovate comunque in stato di crisi. Ciò nonostante, le misure adottate non sarebbero sufficienti a riportare il numero delle imprese in situazione di insufficienza patrimoniale (e l’importo di tale deficit) al di sotto del livello che si sarebbe registrato in assenza della pandemia.

I dati completi sono presenti nello studio della Banca d’Italia “GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA SUL FABBISOGNO DI LIQUIDITA’, SUL BILANCIO E SULLA RISCHIOSITA’ DELLE IMPRESE, disponibile al seguente link:
LO STUDIO

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