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Bilanci critici per 4 aziende su 10: fondamentale gestire tempestivamente i segnali di allerta

22 Novembre 2019ExpertaNotizie

Quattro imprese su dieci presentano delle criticità sul nuovo codice della crisi per difficoltà legate alla composizione del patrimonio e alla situazione debitoria. Circa 65 mila hanno già attivi tre indicatori di crisi e sono quindi già vicine all’alert (con cinque parte la procedura). In tutto, sono quasi 300 mila le aziende che avranno difficoltà immediate dall’entrata in vigore del nuovo codice. È quanto emerge dall’analisi effettuata dall’Ordine dei commercialisti di Milano sulla riforma della crisi di impresa, presentata recentemente in un convegno presso il teatro San Babila a Milano.

La ricerca ha interessato 538.830 aziende che hanno depositato il bilancio di esercizio 2018 e che presentano un fatturato superiore a 10.000 euro e non sono in liquidazione. Oltre 324.000 aziende (corrispondenti al 60,24% di 538.830) non presentano problemi, ma circa 214.000 (quasi il 40% del campione esaminato) sono le imprese che hanno almeno un indicatore positivo, 65.000 (12,20%) almeno 3 indicatori positivi, e 43.664 (l’8,73% su di un campione di oltre 500.000 realtà, escluse le Srls) presentano un patrimonio netto inferiore a 10.000 euro e queste imprese occupano oltre 285.000 persone e fatturano 33 miliardi di euro.

L’intento della norma viene ritenuto condivisibile poiché comporta un mutamento culturale attraverso la sensibilizzazione ai segnali che, se intercettati in tempo, possono indurre ad interventi atti a salvare le imprese prima che sia troppo tardi. Quello che preoccupa è che, al momento attuale, l’estensione della normativa alle micro-piccole imprese possa comportare effetti economici e sociali sicuramente non in linea con le intenzioni del legislatore e per questo è stata avviata la verifica sulla situazione di un campione significativo di aziende.

Un ruolo centrale è affidato dal Legislatore alla Camera di Commercio. Attraverso la gestione dell’allerta e un tempestivo intervento, con l’OCRI e con i professionisti che formeranno il collegio di esperti potranno essere aiutare le imprese in difficoltà, per evitare che il ritardo nel percepire i segnali di crisi di un’impresa possa portare all’insolvenza. Rinaldo Sali, vicedirettore della Camera arbitrale di Milano, ha sottolineato l’importanza dell’apertura di credito fatta nei confronti del sistema camerale, ma soprattutto la necessità di individuare, e in questo è decisivo il ruolo dei dottori commercialisti, un numero adeguato di professionisti per affrontare una mole di procedura che si annuncia assai significativa.

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